
Claudio Bernardi
Covid, terremoti, alluvioni, guerre: da 10 anni, l’impegno dei chirurghi plastici estetici di Aicpe arriva dove c’è bisogno con missioni, raccolte fondi e aiuti. Tra le operazioni più richieste nelle missioni umanitarie c’è la correzione di patologie malformative
Compie 10 anni Aicpe onlus, l’associazione no profit satellite di Aicpe (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica), dedicata alla beneficenza e al volontariato. Nata nel 2013, Aicpe onlus raccoglie e gestisce fondi in rapporto a esigenze specifiche (terremoti, alluvioni, guerre, emergenze sanitarie), in particolare organizzando missioni periodiche di chirurgia plastica umanitaria in Paesi in via di sviluppo.
Fondatore e primo presidente di Aicpe onlus è stato Claudio Bernardi, poi il testimone è passato a Marco Stabile e ora è in mano a Yuri Macrino, attuale presidente della onlus. Claudio Bernardi, invece, ricopre oggi il ruolo di presidente di Aicpe: è a lui che chiediamo di parlarci della branca solidale di Aicpe.
Dottor Bernardi, come mai avete fondato Aicpe onlus e di cosa si occupa?
Abbiamo realizzato un sodalizio senza scopo di lucro per mettere in rete le esperienze portate avanti dai singoli, offrendo così una prospettiva allargata. L’associazione ha permesso di fare un salto qualitativo e oggi è un fiore all’occhiello. In questi primi dieci anni abbiamo gestito numerosi progetti legati a emergenze, in Italia e all’estero, e abbiamo dato continuità e sostegno nell’offrire medicinali, attrezzature e competenze a diverse missioni in Paesi in via di sviluppo.
Quanti sono i colleghi che partecipano alle attività del sodalizio no profit?
I soci coinvolti attivamente sono una ventina, impegnati in missioni in diverse parti del mondo: molti hanno iniziato a fare volontariato proprio grazie ad Aicpe onlus. Periodicamente, dedicano gratuitamente il proprio tempo e le competenze per dare una mano dove c’è bisogno.
Quali sono i progetti finanziati?
Negli anni abbiamo finanziato diversi progetti in cui sono impegnati direttamente i soci Aicpe, così da essere sicuri che i soldi vadano a buon fine e che i progetti siano effettivamente realizzati. Quando si parte per una missione si portano farmaci, dispositivi medico-chirurgici e attrezzature per permetterci di operare nelle migliori condizioni e per dare aiuto alla popolazione locale. Abbiamo poi organizzato diverse raccolte fondi per eventi o necessità particolari: i più recenti sono stati l’acquisto di caschi respiratori per il Covid-19, destinati all’ospedale di Castel San Giovanni (Piacenza), e la consegna di materiale sanitario per i feriti dell’Ucraina.
Ci racconta un progetto che state portando avanti?
Tra tutti i progetti seguiti da Aicpe onlus, un posto particolare è occupato dall’Ospedale Saint Jean de Dieu di Afagnan in Togo, una striscia di terra tra il Ghana e il Benin. Una realtà che conosco bene, visto che è dal 2007 che partecipo a missioni umanitarie in questo posto. L’ospedale è stato costruito 60 anni fa dall’Ordine religioso dei Fatebenefratelli, conta quasi trecento posti letto con ottimi standard per il luogo, dove c’è una realtà sociosanitaria complessa, con la popolazione che si trova in condizioni di estrema indigenza. Le famiglie vivono in capanne con tetti di paglia dove non ci sono latrine, i bambini sono numerosissimi. In occasione del nostro arrivo, i pazienti arrivano all’ospedale da villaggi lontani, percorrendo ore a piedi, ci salutano con un sorriso e con il rispetto di chi ha fiducia assoluta nei dottori. Operiamo tutto il giorno, dall’alba al tramonto, con la collaborazione del personale locale, in particolare con i chirurghi, ortopedici e ginecologi, e con la supervisione di suor Simona, responsabile dell’ospedale. La sala operatoria è un ambiente di lavoro spartano, ma familiare e accogliente. Insegniamo ai medici locali alcune tecniche di chirurgia ricostruttiva di base ed eseguiamo personalmente alcuni interventi, circa 40-50 per ogni missione.
Quali sono le operazioni più comuni che eseguite?
Le operazioni più richieste riguardano la correzione di patologie malformative, di eventi post-traumatici, in particolare dopo incidenti in moto, e di ustioni causate dal fuoco, presente a fiamma libera in tutte le case. Tra le malformazioni, una delle più frequenti su cui interveniamo è il labbro leporino. Un intervento semplice, ma che se non trattato da piccoli diventa un dramma per la crescita difforme della zona centrale del viso, ma anche per le stigmate psicologiche che riguardano sia l’individuo sia la famiglia. La deformità, infatti, è vissuta come una colpa e il bambino non viene fatto uscire di casa. Con l’intervento può crescere sano, alimentarsi correttamente ed essere accettato socialmente. Eseguiamo quindi interventi d’elezione, non di emergenza, che richiedono controlli nel post-operatorio. Questo ci è possibile proprio grazie ad Aicpe onlus, che ci ha permesso di garantire la continuità, con missioni ogni 3-4 mesi, anziché un paio l’anno come succedeva prima della nascita della no profit, un aspetto determinante per la buona uscita degli interventi elettivi. Possiamo fissare già dopo l’operazione l’appuntamento successivo, o almeno così facevamo prima del Covid-19.
Qual è stato l’impatto della pandemia?
L’ultima missione risale a febbraio 2020, poi abbiamo dovuto fermarci. I rapporti con il Togo non si sono però mai interrotti: abbiamo sempre mantenuto il contatto, in particolare con suor Simona, che è una chirurga. Abbiamo avuto diverse sessioni video su Zoom e abbiamo anche inviato dei tutorial: suor Simona ha una bella mano chirurgica e, da persona esperta, ha risolto diversi casi in questi anni. Adesso, dopo tre anni, possiamo ripartire: abbiamo una prima missione all’ospedale di Afagnan a febbraio e una seconda tra giugno e luglio. A febbraio sono coinvolti tre soci, a cui si aggiungono tre colleghi di Aiceff (Associazione italiana chirurgia estetica e funzionale della faccia), coinvolta in questa missione all’interno dei nostri progetti umanitari.
Come si può sostenere Aicpe onlus?
Acquistando il libro Lo Sguardo. Esperienze multidisciplinari avanzate (editor dott. Francesco Romeo), recentemente pubblicato da Griffin-Acta Medica, dato che gli autori hanno generosamente deciso di donare i proventi a favore di Aicpe onlus. Oppure destinando il 5 per mille al Codice Fiscale 96035560174, un gesto semplice che non costa nulla. O ancora facendo una donazione. Ttrovate tutte le indicazioni sul sito www.aicpe.org. Aicpe onlus ha bisogno dell’aiuto di tutti per continuare a portare la chirurgia plastica umanitaria nel mondo.
Silvia Perfetti