Tempi di attesa ridotti e prezzi allettanti invogliano molti pazienti a viaggiare all’estero per sottoporsi a interventi estetici, sottovalutando i rischi e le complicazioni che possono presentarsi una volta rientrati
Il “turismo estetico” sta diventando sempre più popolare per numerosi motivi: in primo luogo i pazienti sono attratti da costi più bassi, ma anche dalla possibilità di sottoporsi a procedure chirurgiche in tempi rapidi, a volte decidono in seguito a raccomandazioni da parte di amici, conoscenti o influencer, altre volte ritengono di potersi operare con una maggiore riservatezza o sono sedotti dalle pubblicità sui social media.
Tuttavia, una ricerca condotta nel Regno Unito ha documentato tassi di complicazioni più elevati tra le pazienti sottoposti a procedure estetiche all’estero [1]. Al ritorno da questi particolari viaggi, si rivolgono poi ai sistemi sanitari del proprio Paese per far fronte a effetti avversi spesso non previsti o sottovalutati e devono sottoporsi a procedure generalmente costose: gli autori britannici hanno riportato un costo medio dei trattamenti di oltre 16mila sterline per paziente a seguito di complicazioni di interventi di chirurgia estetica effettuati all’estero, affermando che si tratta con ogni probabilità di una sottostima.
Un altro gruppo di studiosi di Inghilterra e Irlanda del Nord ha recentemente condotto una revisione sistematica [2] per analizzare i dati pubblicati in letteratura in tema di turismo estetico, concentrandosi in particolare sulla chirurgia estetica del seno, allo scopo di verificare quali sono i rischi specifici e quali gli esiti clinici di questi interventi. «Con la crescente popolarità dei viaggi all’estero per sottoporsi a chirurgia estetica del seno – afferma Susan McCrossan, coordinatrice del lavoro – è sorprendente che i governi non abbiano sviluppato un database per registrare tutte le complicazioni connesse a questo tipo di turismo, dato il notevole costo finanziario che comporta. La nostra revisione sistematica riunisce molti dei dati pubblicati fino ad oggi, descrivendo i rischi e gli esiti della chirurgia estetica della mammella all’estero in 171 pazienti. La maggior parte di questi ha avuto conseguenze che hanno alterato la loro vita; in alcuni casi hanno dovuto richiedere un trattamento salvavita ed è stato riportato il caso di un decesso».
I numeri del fenomeno non sono quantificabili
È impossibile determinare il numero reale di pazienti che si recano all’estero per interventi di chirurgia estetica; all’attenzione dei medici giungono solo coloro che soffrono di complicazioni che richiedono un trattamento; pertanto, anche il tasso di complicazioni non può essere determinato. Sono invece noti i dati relativi a interventi di chirurgia estetica della mammella eseguiti nel Regno Unito e gli effetti avversi sono molto bassi. In Italia la situazione è simile: in presenza di una scuola di medicina estetica di prim’ordine, le complicazioni sono ridotti ai minimi termini
Nonostante questi limiti intrinseci, la revisione sistematica ha rilevato il tipo di complicazioni maggiormente riportate dalle pazienti che si sottopongono a chirurgia del seno all’estero, e le più comuni sono le infezioni; seguono deiscenza della ferita, ascessi e rottura degli impianti.
Le procedure vengono comunemente eseguite in Paesi con sistemi sanitari meno regolamentati di quelli dell’Europa occidentale, che attirano i pazienti con la promessa di tariffe speciali e la disponibilità a procedure multiple eseguite contemporaneamente, aumentando ulteriormente i rischi associati. Sono state segnalate complicazioni in interventi eseguiti in diverse parti del mondo, tra cui Repubblica Dominicana, Thailandia e Messico.
Alti tassi di complicazioni di tipo infettivo
Secondo gli autori, le complicazioni sarebbero spesso conseguenza della carenza di procedure operative standard e di adeguati regolamenti in termini di sicurezza. L’alto tasso di complicazioni di tipo infettivo in tutti i tipi di chirurgia estetica della mammella eseguiti all’estero suggerisce inoltre un’insufficiente profilassi antibiotica e procedure eseguite in ambienti non sufficientemente asettici e sterili.
Tra le cause delle complicazioni registrate, gli autori della revisione hanno individuato anche una assistenza peri-operatoria non ottimale. La barriera linguistica può ulteriormente compromettere la cura delle pazienti, che si sottopongono all’intervento chirurgico con poche informazioni o senza fornire un consenso informato.
È evidente da questi dati che il turismo estetico è ormai un fenomeno globale. «Gli organismi di regolamentazione – esortano McCrossan e colleghi – dovrebbero evidenziare questi rischi, educare e autorizzare le persone affinché si rivolgano a fornitori di assistenza sanitaria regolamentati, per ridurre la morbilità e la mortalità associate e il carico su sistemi sanitari globali che operano già al limite delle loro capacità».
Renato Torlaschi
Bibliografia
1. Thacoor A, et al. Surgical Management of Cosmetic Surgery Tourism-Related Complications: Current Trends and Cost Analysis Study of the Financial Impact on the UK National Health Service (NHS). Aesthet Surg J. 2019 Jun 21;39(7):786-791.
2. McCrossan S, et al. Medical Tourism in Aesthetic Breast Surgery: A Systematic Review. Aesthetic Plast Surg. 2021 Aug;45(4):1895-1909.