
Armando Boccieri
Definiamo comunemente con il termine “naso torto” tutte quelle condizioni cliniche in cui la piramide nasale appare notevolmente deviata rispetto alla linea mediana. La piramide nasale pertanto appare all’osservatore con un aspetto che vagamente può rassomigliare a una “C” , a una “S” o essere completamente depiazzata da un lato. Il naso torto è altamente invalidante per il paziente sia per i risvolti funzionali che per quelli estetici. Infatti coesistono sempre un alto grado di difficoltà alla respirazione per via nasale con una rilevante deformità estetica che, data la sede, non può in alcun modo essere nascosta all’osservatore. La deviazione della piramide nasale rispetto alla linea mediana cattura l’attenzione dell’osservatore più di ogni altro difetto estetico, determinando così complessi e insicurezze, tanto più che nei comuni rapporti interpersonali la maggior parte del tempo è occupato da un approccio “faccia a faccia”.
Questa patologia oggi è di frequente riscontro clinico in quanto spesso riconosce una causa traumatica per incidenti stradali o per traumi sportivi. Se da un punto di vista sociale ed etiopatogenetico appare chiaro come il “naso torto” costituisca un problema attuale, forse non è altrettanto chiara e conosciuta la sua problematica terapeutica. Infatti, a parte i pazienti in cui la grave asimmetria ne rende difficile la risoluzione, quello che è presente in tutti i casi è il rischio di una recidiva. In pratica, un risultato che sembra più che soddisfacente immediatamente dopo l’intervento chirurgico può trasformarsi in un fallimento dopo qualche mese, per la ricomparsa della deviazione in varia misura. La responsabilità di tutto ciò appartiene alle strutture cartilaginee della piramide nasale coinvolte nella deformità. Queste strutture anatomiche infatti, proprio per la loro elasticità, conservano la “memoria” della deviazione e tendono a riprendere nel tempo la condizione originaria.
Un notevole impulso alla soluzione del problema è stato dato dall’utilizzo degli “spreader graft” in questa patologia. La tecnica, ideata da Sheen nel 1984, prevedeva il posizionamento ai lati del setto dorsale di due strisce rettangolari di cartilagine prelevate dalla parte centrale del setto per prevenire il crollo della volta nasale media dopo la rinoplastica. Questa metodica successivamente è stata usata anche per il trattamento del naso torto, fissando uno “spreader graft” sul lato concavo della deviazione dorsale del setto con funzione di guida e di sostegno. Su questo filone si inserisce la tecnica del “septal crossbar graft” , ideata dall’Autore, nel 2003, che utilizza un innesto cartilagineo settale di forma rettangolare che viene incastrato nel setto dorsale, in modo tale da poter essere considerato come uno spreader graft intrasettale.
Armando Boccieri
Medico chirurgo specializzato in Chirurgia nasale
CASO CLINICO
Trattamento del naso torto con tecnica septal crossbar graft
Caso clinico rappresentativo di naso torto con grave laterodeviazione a sinistra della piramide nasale e asimmetria della punta nasale. Nel profilo è presente un importante gibbo osteo-cartiagineo con punta nasale ipoproiettata e iporuotatata.
Il trattamento chirurgico è stato eseguito con posizionamento e sutura di uno spreader graft sul lato destro del setto dorsale e tecnica lateral crural overlay unilaterale a destra per simmetrizzare la punta nasale. Sono state anche eseguite gibbotomia dorsale, asportazione della porzione cefalica delle crura laterali e sutura transdomale.
GUARDA IL VIDEO: trattamento del naso torto con tecnica septal crossbar graft
Il video clinico, tratto dal volume: “Le vie della rinoplastica – Filosofie a confronto” (Griffin-Acta Medica), mostra il trattamento del naso torto con tecnica septal crossbar graft