L’Institute of Medicine (Iom) di Washington ha definito le linee guida di pratica clinica, come “raccomandazioni di comportamento clinico che, attraverso una valutazione critica e sistematica delle evidenze, offrono un bilancio di benefici ed effetti sfavorevoli fra opzioni alternative” [1].
Per questo motivo, costituiscono uno strumento per la diagnosi e il trattamento dei pazienti e hanno un posto unico in medicina, poiché collegano le esigenze dei pazienti a raccomandazioni terapeutiche appropriate e fattibili nel contesto locale. Ciò significa anche che non sono valide a livello globale, perché tengono conto del sistema sanitario locale, della disponibilità di cure e delle risorse.
È quanto afferma sul British Journal of Dermatology [2] un gruppo di ricercatori inglesi, che ha identificato linee guida di pratica clinica sulla dermatite atopica in tutta la letteratura internazionale e valutato con strumenti convalidati se sono chiare, imparziali, affidabili e basate su prove.
Nell’ambito delle patologie dermatologiche non fatali, la dermatite atopica è una delle principali a contribuire al carico globale della malattia, misurata in attesa di vita corretta per disabilità (Daly): è quindi importante il fatto che siano stati identificati 40 linee guida per la pratica clinica, 18 delle quali sono state pubblicate dopo l’ottobre del 2019.
Sulla base dell’Agree II Reporting Checklist, il criterio per la valutazione della qualità elaborato dallo Iom, tre linee guida di pratica clinica hanno ottenuto il punteggio “eccellente” e tre il punteggio “scarso”. In particolare, è risultata largamente deficitaria la gestione dei conflitti di interesse.
Gli autori concludono che «nel complesso, molte linee guida per la pratica clinica non sono sufficientemente chiare, imparziali, affidabili o basate sull’evidenza e mancano di applicabilità. Pertanto è giustificato segnalare la necessità di un miglioramento, per il quale si consiglia l’utilizzo dello strumento Agree II. Un passo avanti potrebbe essere facilmente ottenuto attraverso una reportistica affidabile. Altri aspetti, come la trasparenza, l’applicabilità, prove basate sulle evidenze e la gestione dei conflitti di interesse, dovrebbero richiedere uno sforzo maggiore».
Un punto di forza di questo studio è rappresentato dal suo essere frutto di una ricerca approfondita condotta da specialisti di dati che hanno utilizzato diversi database senza restrizioni linguistiche. Inoltre, gli esperti inglesi hanno cercato manualmente in tutti i siti web delle società dermatologiche e hanno controllato i riferimenti dei rapporti inclusi.
Renato Torlaschi
Bibliografia
1. Institute of Medicine. Clinical practice guidelines we can trust.Washington, DC: National Academies Press, 2011.
2. Arents BWM, van Zuuren EJ, Vermeulen S, et al. Global Guidelines in Dermatology Mapping Project (GUIDEMAP), a systematic review of atopic dermatitis clinical practice guidelines: are they clear, unbiased, trustworthy and evidence based (CUTE)? Br J Dermatol. 2022 May;186(5):792-802.