Idrochinone, retinoidi, steroidi e la tripla crema che combina fluocinolone, tretinoina e idrochinone continuano a essere ampiamente utilizzati nel trattamento del melasma, ma attualmente stanno emergendo nuovi principi – farmaci sintetici ed estratti botanici – che si propongono come valida alternativa o integrazione agli approcci tradizionali.
Uno di questi agenti è l’acido tranexamico ad applicazione topica, un farmaco che inibisce il sistema della fibrinolisi: bloccando la formazione di plasmina impedisce la lisi del coagulo di sangue.
Nada Elbuluk, direttrice dello Skin of Color Center and Pigmentary Disorders Program presso la University of Southern California, intervenendo al meeting annuale della American Academy of Dermatology ha sottolineato una proprietà particolarmente interessante di questo principio attivo: «ciò che rende eccitante l’acido tranexamico è che non prende di mira solo la melanogenesi, ma colpisce anche la componente vascolare del melasma, e non disponiamo di altri agenti topici in grado di fare questo».
L’acido tranexamico topico è disponibile in formulazioni in crema e in soluzione, con concentrazioni che vanno dal 2% al 5%. È stato studiato con diversi vettori di somministrazione di farmaci, è stato combinato con altri agenti schiarenti e ha mostrato di migliorare i punteggi Masi (Melasma Area and Severity Index), riducendo la melanina e migliorando anche l’eritema. «È qui che si distingue davvero dall’idrochinone e dalla crema a tripla combinazione», ha detto Elbuluk.
Un’altra opzione emergente è la flutamide, un agente antiandrogeno usato per via topica e orale per trattare l’acne, l’irsutismo e la caduta dei capelli. «Non è stato molto studiato per il melasma, ma potrebbe migliorare questa condizione modificando l’ormone alfa-MSH o l’adenosina monofosfato ciclico (cAMP), che svolgono un ruolo nella sintesi della melanina – ha spiegato l’esperta. Abbiamo bisogno di più dati, ma penso che questo sia l’approccio giusto per iniziare a pensare a fattori che affrontino tutte le componenti della patogenesi del melasma».
Sono allo studio anche topici di origine botanica, tra cui la niacinamide, un agente antinfiammatorio che inibisce il trasferimento del melanosoma ai cheratinociti, e si sta anche verificando l’efficacia di antiossidanti come l’acido ascorbico e lo zinco: la vitamina C ha effetti fotoprotettivi, inibisce la tirosinasi e promuove la sintesi del collagene, mentre lo zinco vanta proprietà antinfiammatorie, fotoprotettive ed esfoliative ed è un cofattore nella guarigione delle ferite.
Si stanno poi studiando numerosi vegetali contenenti agenti schiarenti, come la silimarina, l’arbutina, l’aloe vera, il bakuchiol, la soia, l’ananas, il prezzemolo, la margherita, il gelso e la liquirizia.
Infine, Elbuluk ha ricordato le promettenti ricerche sul Prp, il plasma ricco di piastrine, che già ha mostrato proprietà interessanti in diverse altre aree della medicina.
Renato Torlaschi